Il 15 giugno si è tenuto a Roma un convegno sulle buone pratiche antidiscriminatorie, promosso dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – e realizzato da Codici – Agenzia di Ricerca Sociale.
L’incontro si è svolto presso la Sala Monumentale di Palazzo Chigi, con la partecipazione dei rappresentanti di cinque iniziative, valutate come le migliori buone pratiche espresse dai rispettivi territori, per ciascuna delle quattro regioni individuate come Obiettivo Convergenza: Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.
Il Coordinatore per la Campania ha voluto invitare, in rappresentanza della Comunità Cinese in Italia, il Presidente di Associazione Tuhe Jingquan Jia, accompagnato dalla Dottoressa Yang Lei, da Liz Letizia, Consigliere dell’Associazione, e dall’imprenditore cinese Dai Xiaozhang, affinché fornissero la propria testimonianza di integrazione, dando voce ai disagi che condividono con i propri connazionali immigrati nel nostro paese.
Dopo aver seguito la proiezione di un filmato/documento sul lavoro svolto, ciascuno dei presenti ha potuto testimoniare direttamente la propria esperienza.
Il Maestro Jingquan Jia è intervenuto sottolineando le difficoltà della Comunità Cinese derivanti dal continuo battage di informazioni diffuse dai media nazionali a sfavore della Comunità stessa, etichettata come isolata, non disponibile allo scambio, chiusa in sé ed insensibile alle problematiche del Paese in cui vive. Al contrario la Comunità, in armonia con le proprie antichissime tradizioni di educazione e cultura, che danno grande importanza alla buona sintonia con il luogo in cui si vive, è molto sensibile a ciò che accade nel Paese. La Comunità Cinese Campana, ad esempio, ha sempre raccolto delle somme da inviare nei luoghi in cui l’Italia ha sofferto eventi tragici, come terremoti o alluvioni, senza contare le tante situazioni in cui bravi imprenditori cinesi danno opportunità di lavoro a cittadini italiani. La priorità che nella cultura cinese ha lo svolgere una fervente attività lavorativa rende difficile a ciascuno di loro l’avere tempo per imparare la lingua italiana. Questo è il principale motivo delle difficoltà nelle amicizie e negli scambi, non certo una cattiva volontà o una chiusura verso la nostra cultura.
Nel pomeriggio, dopo una breve pausa, sono stati organizzati quattro gruppi di lavoro, ciascuno riunito a focalizzare, precisare, arricchire ed eventualmente integrare un nuovo progetto in elaborazione.
È stato apprezzato il contributo fornito dal Maestro, che ha sottolineato la necessità di creare un Ufficio istituzionale di consulenza ed informazione per gli immigrati, in grado di fornire loro supporto giuridico, sanitario e fiscale, nonché la sconsideratezza della cittadinanza negata ai figli degli immigrati nati in Italia ed infine la gravosità dei contributi agli Enti Previdenziali, che ciascun immigrato versa regolarmente in Italia, per anni ed anni, senza averne mai alcun riscontro.